oltre i confini

Oltre i confini

Nell’andar oltre i confini del mio io,

le mie miserie emersero dall’oblio,

le vidi sgattaiolare verso la loro tana,

protette da una coltre bianca e malsana.

Erano fantasmi attaccati ai pensieri,

e li mutavano rendendoli veritieri.

Talenti e relazioni avevano portato alla rovina,

spingendomi nelle tenebre della mia cantina.

Lì avrebbero voluto tenermi, abbandonandomi al mio destino,

ma io invece di resistergli, li condussi nel mio seno,

non perché d’essi fossi orgoglioso, anzi sempre più oggi le disprezzo,

a quei orridi mostri ho già pagato un caro prezzo.

Solo così sono emerso alla calda luce del Sole ultraterreno,

in grado di donarmi dignità e rendermi sereno.

il fuoco

Il Fuoco

Ho cremato il mio io e sono vivo!

In una bara, foderata di seta viola, stava inespressivo.

La fiamma l’ho accesa su quel lucente telo,

ella più volte volle spegnersi per il gelo.

Percepiva il mio terrore per l’incombente calura,

voleva concedere del tempo alla mia paura.

Poi divampò e, in un grande rogo, avvolse il mostro,

colorando tutto di azzurro e rosso. 

Liberata da questo peso immane,

la mia anima si scollò di dosso le cose vane,

e, dopo aver danzato nei meandri interiori,

m’indicò una via nuova per i piani superiori.

il pungiglione

Il Pungiglione

Quel lieve pizzico rimane ai più sconosciuto,

se non a chi ha aperto il cuore all’ignoto.

Quel presunto innocuo senso di stizza,

trapassa il cuore con la lama della tristezza.

Si fa largo tra i meandri di un’anima di sabbia,

per trasformarsi presto in maligna rabbia.

Poi muta forma, si gonfia come una palla,

e alle budella si incolla.

Solo il povero, in tempo, lo riconosce e lo usa,

lo modella, l’accoglie e lo dosa.

Mai permette al mortifero veleno,

di bruciare tutto in un baleno.