Nell’andar oltre i confini del mio io,
le mie miserie emersero dall’oblio,
le vidi sgattaiolare verso la loro tana,
protette da una coltre bianca e malsana.
Erano fantasmi attaccati ai pensieri,
e li mutavano rendendoli veritieri.
Talenti e relazioni avevano portato alla rovina,
spingendomi nelle tenebre della mia cantina.
Lì avrebbero voluto tenermi, abbandonandomi al mio destino,
ma io invece di resistergli, li condussi nel mio seno,
non perché d’essi fossi orgoglioso, anzi sempre più oggi le disprezzo,
a quei orridi mostri ho già pagato un caro prezzo.
Solo così sono emerso alla calda luce del Sole ultraterreno,
in grado di donarmi dignità e rendermi sereno.